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TITOLO
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Una carriera nell IT
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OGGETTO
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Analisi del mondo informatico
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Roma - Esistono due strade principali per iniziare una carriera in
questo lavoro, entrambe conducono allo stesso posto e per entrambe,
come vedremo, è determinante un fattore chiave noto a tutti
sotto il
nome di "Scelta" aziendale, ma che in realtà nasconde molto
di più di
quello che dice.
La prima strada è quella tecnica che consiste
nel fare a poco a poco tutti i gradini della scala gerarchica. Molti
ingegneri, statistici, matematici, periti o gente di talento con un
diploma hanno iniziato così, dal basso. C'è chi
ha studiato tantissima
teoria (il cui 90% nella realtà lavorativa non è
applicata né
applicabile, a meno di lavorare in nicchie di mercato), e chi ha
iniziato da subito a battere i tasti sulla tastiera, per poi
approfondire la teoria successivamente.
La carriera tecnica è
rapida ed entro 4 - 6 anni ci si può fregiare del titolo di
esperto,
attualmente ottimi settori in cui specializzarsi sono il Web, l'IT
Security ed il Datawarehouse. A questo punto la carriera ha un primo
stop, a meno di non essere una risorsa molto richiesta per il proprio
know-how specifico (ad esempio su alcuni CRM).
In
genere a questo punto qualcuno vi appioppa il titolo (senza nessuna
remunerazione aggiuntiva) di coordinatore, con la motivazione: tu ne
sai più degli altri essendo il più "esperto".
Il coordinatore ha
la perfetta conoscenza del ciclo di sviluppo del software (ISO 900x).
Egli sa cosa serve per realizzare cosa. Ai suoi skill tecnici si
aggiunge la capacità di saper scrivere documenti tecnici, i
più
diversi, dall'architettura, all'analisi dei requisiti, fino al piano di
testing, e la grande disponibilità a supportare l'intero
team per
risolvere situazioni critiche.
Un buon coordinatore dopo qualche
tempo si trasforma in una perfetta macchina d'assemblaggio: da una
parte entrano i requisiti, dall'altra escono le soluzioni.
E qui il bravo informatico termina la propria carriera per abbracciare
la professione del bravo manager.
La
seconda strada invece inizia con una laurea in economia e commercio.
Chi sceglie questa strada è quello che potremmo chiamare
l'esperto di
prodotto o di Business.
Per il nostro esperto il funzionamento
interno del sistema è assolutamente sconosciuto, ma in
compenso conosce
perfettamente (o dovrebbe) il flusso dei dati e la tematica di Business
che il sistema implementa.
Questi esperti li riconoscete perché
lavorano quasi esclusivamente con sistemi di financial, bancari o
logistici. Tra i loro skill vi sono una grossa capacità di
comunicazione, l'accuratezza per i dettagli formali ed una conoscenza
generale sul ciclo di sviluppo. Per tutto il resto fanno conto sulla
professionalità dei bravi informatici.
Anche loro dopo 4 anni si
fregiano del titolo di esperto, ma non è detto che debbano
integrare il
loro skill con altre approfondite conoscenze "tecniche", mentre
è
necessario che approfondiscano il Project Management (PM).
La conoscenza del PM è un requisito necessario per essere un
Bravo Manager,
così come lo è l'attenzione al ROI ed al Budget
aziendale, ma non è
condizione sufficiente per un avanzamento nella carriera di una persona
IT. Si possono possedere ottimi Skill e comunque avere una carriera
bloccata. Questo accade, a prescindere dal tipo strada che avete
imboccato all'inizio, per un semplice ed unico motivo chiamato "Scelta"
Aziendale.
Accade semplicemente che l'Azienda debba nominare dei
responsabili su cui basare le sue scelte future e questa scelta non
cade su di VOI. La scelta dovrebbe essere fatta in base ad un
Assessment ed ad altri parametri oggettivi che l'ufficio del Personale
raccoglie sulla personalità, sulle prestazioni e sui valori
e skill
della persona, ma quasi sempre è semplicemente il frutto di
un'indicazione del diretto superiore.
Il motivo per cui si faccia
così è da ricercare nei maggiori costi aziendali
che una ricerca di
dati oggettivi comporta, ma da ultimo vi è anche da
considerare che è
un indubbio vantaggio per un Responsabile poter nominare le persone che
ritiene di sua fiducia.
La persona di fiducia diventa cosi PM
(Project Manager), cui è dato l'obiettivo principale
dichiarato di
portare dei risultati economici all'azienda e quello implicito,
secondario, e spesso mai dichiarato, d'adoperarsi per la crescita
professionale delle persone di cui è responsabile.
È un dato di
fatto che le aziende, quelle italiane specialmente, su quest'ultimo
obiettivo abbiano previsto degli scarsi investimenti, anzi spesso i PM
sono lasciati totalmente soli e suppliscono con l'improvvisazione e la
faccia tosta alla mancanza di preparazione e metodo nello sviluppo
della persona. La bassa preparazione alla gestione delle risorse (One
minute Manager, chi era costui?!) dà cosi adito ad episodi
degni del
migliore Dilbert, che entrano di diritto nelle leggende aziendali.
Per
coloro sui quali non è ricaduta la "Scelta" aziendale, la
poca
trasparenza sulle motivazioni che hanno portato ad essere stato escluso
dalla selezione, unita alla mancanza di aggiornamento professionale ed
alla sensazione di vivere giorno per giorno senza un preciso obiettivo
professionale (per non usare parole grosse come Iter di carriera) sono
tutti fattori che contribuiscono a portare la carriera del Bravo Informatico su un binario
morto.
Dopo
qualche tempo passato nella posizione (circa 15,18 mesi) ci si scopre
ad essere degli esperti tecnici (e/o coordinatori e/o PM), ma degli
assoluti sprovveduti nelle tecniche relazionali che appaiono l'unica
strada percorribile per smuovere una carriera.
Quando si arriva a
questa conclusione ci si comporta come i topi in gabbia, ci si sceglie
un angolino all'interno dell'organizzazione e si evita ogni possibile
coinvolgimento perché qualsiasi cambiamento si avverte come
inutile o
peggiorativo.
Meglio sarebbe cambiare ambiente, prima d'arrivare a questo punto, se
si è ancora in tempo.
Non
appena si cambia ambiente si scopre che le stesse qualità
che la
"Scelta" Aziendale aveva ignorato sono invece assai apprezzate, con il
doppio vantaggio dell'accrescimento dell'autostima, ma soprattutto
della cifra scritta in basso a destra che si legge alla fine del mese.
Non
è che però le persone di fiducia se la passino
meglio. Da una parte
hanno lo stress di portare a casa dei risultati passando su tutto e
tutti, dall'altra la necessità di motivare un team che di
motivazioni
ne ha ben poche. Per supplire a questo tendono ad accentrare il lavoro
e a farsi carico di tutto, arrivando a lavorare anche 50-80 ore la
settimana, perdendo di vista la capacità primaria di un PM,
quella di
saper delegare per non morire affogato.
Presto o tardi questo
tipo di PM si trasforma in una persona poco gradita o cambia ambiente
per la propria salute ed allora può darsi che la "Scelta"
aziendale
ricada su di VOI.
Nel frattempo lavorare nell'IT, per chi ha
passione e voglia sperimentare, porta sempre qualche nuova interessante
novità con cui cimentarsi ed alla fine qualcosa di buono
esce sempre.
Le
persone brave, capaci e che portano vantaggi all'azienda sono sempre
ricercate, anche se non sempre hanno possibilità di arrivare
in alto.
Come diceva Machiavelli: anche il Principe più accorto ha
solo il 50%
di possibilità di riuscire.
Giuseppe Cubasia
Cubasia
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